A partire da lunedì 2 novembre i tamponi rapidi antigenici inizieranno a essere utilizzati dalle ATS e ASST della Lombardia come riporta Lombardia Notizie. In un secondo momento verrano forniti a medici e pediatri di famiglia. Si tratta di una tipologia di tamponi rapidi che consentono una rapida definizione dell’esito.
Lo annuncia il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, a seguito della riunione con tutte le direzioni strategiche delle ATS e delle ASST della Lombardia avvenuta ieri. L’utilizzo dei test antigenici rapidi sarà disciplinato attraverso un apposito provvedimento iscritto all’ordine del giorno della prossima Giunta regionale.
“I tamponi antigenici rapidi – spiega l’assessore al Welfare Giulio Gallera – saranno resi disponibili per medici e pediatri di famiglia. Inoltre, per le USCA che effettuano test a domicilio su indicazione del medico, o in determinate collettività, nel settore scolastico, nelle unità d’offerta residenziali e semiresidenziali, nei Pronto Soccorso, negli istituti penitenziari per una rapida definizione dei casi positivi e dei contatti stretti”.
I test antigenici intercettano specifiche porzioni proteiche presenti sulla superficie virale del Sars-Cov-2.
“Viene disciplinato l’utilizzo del tampone antigenico – aggiunge Gallera – anche al di fuori dei percorsi di sanità pubblica. I medici potranno eseguire i test rapidi in centri e ambulatori privati, oppure nelle farmacie dei servizi. Questo purché venga garantita la segnalazione degli esiti all’ATS. E purché siano fornite le opportune informazioni sulla quarantena o sull’isolamento in caso di positività, oltre alla prenotazione del tampone molecolare di conferma senza costi o procedure aggiuntive per il cittadino. Analoghe prescrizioni valgono in caso di effettuazione dei test da parte del medico in ambito aziendale. Le nostre ATS e ASST – conclude Gallera – hanno predisposto progetti specifici che prevedono l’allestimento di punti tamponi sul territorio. Lo hanno fatto in raccordo con i Comuni e avvalendosi in alcuni casi della collaborazione con la sanità militare”.
Fonte Lombardia News/dvd